Per il diritto alla salute mentale nel Mantovano
Salute mentale impegno e cammino per una Società inclusiva rispettosa dei bisogni e dei diritti di tutti i cittadini
L’assemblea mantovana promossa dalla Campagna Salute Mentale con il sostegno di Comune di Mantova, ASST di Mantova, associazione Oltre la Siepe, associazione Mi Riguarda – Rete 180, coop. Ippogrifo, coop Papa Giovanni XXIII, coop Speranza ha approvato il seguente documento finale. L’assemblea ha inoltre condiviso la proposta di intitolare a Franco Basaglia il piazzale della attuale sede mantovana della Agenzia Territoriale per la Salute Val Padana, che ospitò l’Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale Mantovano
Per il diritto alla salute mentale nei territori del Mantovano
Le persone con disturbo mentale soffrono di difficoltà e disabilità a funzionare nella vita quotidiana e con le loro famiglie sono oggetto di pregiudizi, stigma, discriminazione. Pertanto sono particolarmente vulnerabili alla violazione dei diritti civili e umani. La malattia non è solo uno star male basato su un danno biologico, ma anche un insieme di significati che le sono attribuiti da chi ne soffre e dalle reti di relazioni che lo attorniano.
Il tener conto di tale complessità favorisce l’adesione ai trattamenti, e quindi l’efficacia degli stessi. Per questo è importante saper riconoscere, rispettare e valorizzare tutto quanto sta nel rapporto fra una struttura socio-sanitaria multiprofessionale (non solo medici, non solo personale sanitario) e la persona che sta male con le sue relazioni affettive e sociali.
L’istituzione e il lavoro dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) nei territori hanno consentito la chiusura dei manicomi in Italia. Tutto questo ha richiesto e continua a richiedere di tenere aperti ambulatori almeno 12 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, residenze a vario grado di protezione, percorsi di vita e lavoro verso la massima autonomia possibile, di andare a trovare a casa le persone in carico a DSM che siano messi nelle condizioni di programmare e condurre gli interventi necessari e utili.
Per e con ciascuna delle decine di migliaia di persone con diagnosi psichiatrica registrate nel Sistema informativo della salute mentale dovrebbe essere costruito un progetto personalizzato di salute discusso e concordato con il Centro di salute mentale di riferimento che preveda non solo visite ambulatoriali, ma anche visite domiciliari, opportunità di residenza in alloggi protetti oltre che in famiglia, accompagnamento nel lavoro e quanto utile alla miglior qualità possibile della vita quotidiana.
Secondo il progetto obiettivo nazionale per la salute mentale del novembre 1999, un buon DSM avrebbe dovuto poter contare sullo standard di 1 operatore dedicato ogni 1500 abitanti. In Lombardia, il Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze (DSMD) della Regione ha denunciato di recente la mancanza nell’insieme dei servizi pubblici della Regione di un numero di 300 psichiatri e 2000 tra infermieri, psicologi, educatori, assistenti sociali: vale a dire quasi la metà del numero degli operatori che dovrebbero essere presenti e attivi.
Organici così pesantemente falcidiati comportano un enorme aumento del carico di lavoro sulle spalle degli operatori in servizio, abbandono, sofferenze e fatiche dei pazienti e delle loro famiglie, taglio dei tempi dedicati agli incontri, all’ascolto e agli interventi al domicilio: un vero disastro.. La Giunta Regionale lombarda ha licenziato il Piano Sociosanitario Regionale 2023-2027, un documento di 65 pagine, tre delle quali dedicate alla “Salute mentale”, parte del capitolo intitolato agli “Interventi sociosanitari”.
Vi si confermano il DSMD come “fulcro del sistema”, l’importanza dei servizi territoriali e si propone la “riorganizzazione degli interventi per intensità terapeutico riabilitativa e assistenziale” in servizi di primo e di secondo livello. Sono sottolineati come problemi aperti:- la gestione dell’aggressività nei Pronto Soccorso e le contenzioni nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC);- il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) tramite le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), senza tuttavia assumere alcun impegno circa la necessità e l’urgenza di mettere fine alla concentrazione di tutte le REMS lombarde nell’area già OPG di Castiglione delle Stiviere e con un solo cenno al “potenziamento delle attività di salute mentale nelle carceri”- l’adeguamento della Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza alle domande di salute poste dalle giovani generazioni, specie per quanto riguarda la questione delle dipendenze patologiche.
É infine dichiarato l’obiettivo “di potenziare l’arruolamento del personale sanitario anche supportando il potenziamento dell’offerta formativa”, rafforzando la programmazione in sinergia con le Facoltà di Medicina delle Università Lombarde sia pubbliche sia private”. Nulla o quasi è detto sull’urgente, doveroso lavoro per la salute mentale dei migranti e sulle condizioni della vita quotidiana delle persone internate nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) dei migranti “irregolari”.
A fronte dei dati drammatici circa la carenza di operatori il Piano Sociosanitario 2023-2027 della Regione pare complessivamente riconoscere l’esistenza dei problemi, ma non contiene impegni finanziari, politici e non, indispensabili per uscire da una situazione che vede i DSMD sull’orlo del tracollo.
L’Assemblea Mantovana per la Salute Mentale chiede in particolare e con forza che: – ogni ASST sia impegnata a dotarsi del numero e delle qualifiche degli operatori della salute mentale mancanti per il raggiungimento degli standard indicati da AGENAS nel 2022 a garantire l’adempimento dei compiti istituzionali;- non si abbandoni l’impegno alla diffusione delle buone pratiche, a partire dalla fine delle contenzioni;- siano pienamente valorizzati il ruolo dell’associazionismo delle famiglie e degli utenti, e, insieme, il riconoscimento ai territori, alle comunità locali e ai loro amministratori di un nuovo protagonismo nel governo del lavoro per la salute mentale.
In particolare gli Organismi di coordinamento dovrebbero operare su un territorio che corrisponde alla singola ASST e riconoscere una funzione di direzione alla Conferenza dei Sindaci;- sia prevista la presenza di operatori della salute mentale nelle Case di comunità;- i Comuni sostengano le cooperative sociali con soci con disabilità mentali e non nell’assegnazione degli appalti.
L’Assemblea Mantovana per la Salute Mentale infine, ringrazia gli operatori in servizio che anche in una condizione tanto impoverita, continuano ad essere impegnati a tenere alto il rispetto dei diritti di cittadinanza ed esprime loro la propria solidarietà
Mantova 5 marzo 202