“Le liriche di Narciso Sabbadini”

Ricordi e ricerca: mercoledì 29 maggio si è tenuto al Conservatorio “Campiani” (Auditorium Monteverdi) l’evento “Le liriche per voce e pianoforte di Narciso Sabbadini” (Casalmoro, 1912 – Mantova, 14 aprile 2007) un compositore, didatta e violinista di cui si onora la memoria grazie a mezzi documentari e ricordi dal vivo. La sua esperienza musicale ha inizio con la banda del paese e con la parrocchia, si avvicina così alla musica corale.

Dopo essersi diplomato in violino al Conservatorio di Parma, dove fu allievo di Giorgio Federico Ghedini, insegnò presso lo stesso conservatorio. In seguito fu insegnante presso la Scuola di musica di Mantova, portandola a diventare un conservatorio statale, il Conservatorio Lucio Campiani, del quale fu poi direttore per quasi trent’anni. Relatori della conferenza erano Giordano Fermi, che ha illustrato foto d’epoca con i suoi cari colleghi e Sabbadini, ed ha parlato del Quartetto di Verona. Federico Mantovani che ha descritto il suo rapporto col maestro.

Davide Montaldi invece ha svolto indagini musicologiche precise ed interessanti d’archivio anche della Gazzetta di Mantova ed altro: circa su duecento brani da Mantova nel Fondo Sabbadini della Biblioteca del Conservatorio a cura di Sandra Martani, Nicola Sfredda e dello stesso Montaldi. Sfredda ha ben preparato gli studenti delle classi di Pratica del repertorio vocale e Accompagnamento pianistico e sono state spiegate le liriche anonime del concerto, con parole d’amore, serenità. La bellezza delle anemoni colorate e con atmosfera pucciniana e ispirandosi a Tosti.

I bravi interpreti erano gli studenti Lorena Golini (soprano), Ma Yizheng (tenore), Wang Cheniang (baritono) e accompagnatori al pianoforte Gianmarco Carnazza e Rosario Sollazzo. Sono state eseguite le seguenti liriche: Sogno (pucciniano e respighiano), Padre di noi inno a Gesù, Saluto con modalità, Amore (cromatismo), Timida gioia fiori e felicità, per concludere la buffa Il topolino anche recitata, il meschino viene mangiato da un gattone. Le liriche di Sabbadini non sono quelle con Pascoli e D’Annunzio, sono spesso poesie rare, anonime ma bellissime che si intrecciano con una musica attenta alla modalità e lontana dalle avanguardie.

La parte del pianoforte è sempre bilanciata con la dizione delle parole ricche di onomatopee. Ricordiamo che Sabbadini ha composto l’opera lirica Cecilia, musiche per orchestra, musica da camera, musica corale oltre alle liriche per canto e pianoforte. Nel 1954 vinse il I premio del concorso di composizione di Trieste. Il suo oratorio La Divina Provvidenza, composto in occasione della canonizzazione di Don Giovanni Calabria, fu eseguito in prima assoluta al Teatro Filarmonico di Verona. Mercoledì 5 giugno stessa sede si terrà il Concerto op. 4 n. 6 di G. F. Haendel con la Storia, Struttura e Retorica.
di Barbara Baroni