Iniziati “I Mercoledì del Conservatorio” 2024

Il 17 aprile sono incominciati I Mercoledì del Conservatorio 2024 nella16ª edizione. Si tratta di una Rassegna di conferenze-concerto che si terranno da Aprile a Maggio 2024 presso l’Auditorium “Claudio Monteverdi” di Via della Conciliazione, 33 – Mantova sempre alle 17,30. É stata eseguita La Sonata in Mi per viola e pianoforte attribuita a Tullio Serafin.

Un incontro musicale e musicologico con esemplificazioni visive e con relatori Stefano Carlini viola (docente a Mantova), Clorindo Manzato, cantante e organizzatore di eventi culturali e Yoko Kimura pianoforte anche accompagnatrice pianistica e docente. Tullio Serafin (Rottanova di Cavarzere, 1º settembre 1878 – Roma, 3 febbraio 1968) è stato un direttore d’orchestra in particolare lirica italiano, fra i più celebri del suo tempo. Nacque a Rottanova di Cavarzere (Venezia) e a 11 anni si trasferì a Milano, dove completò gli studi di composizione al conservatorio e suonò la viola nell’orchestra del Teatro alla Scala diretta da Arturo Toscanini, divenendone poi il vice.

A meno di vent’anni debuttò come direttore ne L’elisir d’amore con lo pseudonimo di Alfio Sulterni (anagramma di Tullio Serafin). Quando Toscanini decise di trasferirsi a New York, prese il suo posto come direttore musicale della Scala. Mantenne questo incarico dal 1909 al 1918, con un intervallo fra il 1914 e il 1917 durante la prima guerra mondiale. Tornò poi brevemente dal 1946 al 1947. Serafin ampliò sempre il suo repertorio dirigendo le prime rappresentazioni di opere di compositori contemporanei come Alban Berg, Paul Dukas, e Benjamin Britten.

La sua maggiore scoperta fu senz’altro quella della divina cantante greca Maria Callas, che ne ebbe grande stima. Tutta la gioia del ritrovamento dello spartito emanava da Stefano Carlini, che ha raccolto da vent’anni materiali su Serafin e si è trovato davanti le pagine presso il Conservatorio di Padova che le aveva dimenticate. Erano il saggio dell’esame di diploma di composizione di Tullio 1890, che nel tempo aveva perduto la composizione. Sembra scritta da un copista, e nonostante le prove molto soddisfacenti i maestri si limitano al detto “attribuita a Tullio Serafin. Hanno poi ringraziato molti anche mancati collaboratori alla ricerca.

Il brano è molto equilibrato riecheggia e cita Puccini. L’interpretazione vedeva momenti fantastici nelle parti ariose e scorrevolezza nell’ultima parte contrappuntistica (fugato) e fulgeva in alcuni clou virtuosistici. Hanno poi letto una critica dell’epoca che gradiva questo stile italiano della scuola lombarda di violino e viola e sottolinea lo spirito espressivo ma non espressionista, precursore dell’Art déco.

di Barbara Baroni