Recensione in musica (27/09/2024)
1) THE CURE – Endsong
“Endsong”, il sound distintivo della band, è evidente una riflessione sulla delusione e la disillusione che possono accompagnare l’invecchiamento e la perdita dei propri sogni e speranze. Il testo esplora temi di riflessione, perdita e passaggio del tempo, catturando l’essenza toccante e malinconica per cui sono noti i The Cure. La canzone mette in mostra la capacità della band di evocare emozioni profonde attraverso la loro musica.
2) ECHO and THE BUNNYMEN – The killing moon
“The Killing Moon” ruota attorno all’inevitabilità del destino anche se, quest’ultimo, và contro la tua volontà ma sai che non la puoi evitare. Devi esser consapevole che ci sono delle conseguenze, scelte proprie da accettare anche se, queste, vanno contro la tua volontà. Ma devi accettarle anche se non vuoi. Una canzone degli Echo & The Bunnymen, nota per il testo inquietante, il suono atmosferico, guidati dal cantante Ian McCulloch e dal chitarrista Will Sergean, che sento particolarmente vicino alla mia persona oltre a catturare, pienamente, l’atmosfera dell’epoca nella quale viviamo che, nonostante sia stata pubblicata nel 1984, é ancora attuale.
3) R.E.M. – Leave
“Leave” parla del desiderio quotidiano nel tentativo di liberarsi dai vincoli per trovare sollievo nel lasciare, dietro alle spalle, i pesi del proprio passato e del presente per intraprendere un viaggio verso qualcosa che sa di novità anche se sconosciuto ma che sa di un nuovo inizio, un rinnovamento per comprendere i nostri pensieri, guardarsi dentro, conoscere e accogliere le emozioni e avere consapevolezza di chi siamo realmente. Una canzone, tratta dall’album “Up” che, con quel cambiamento interno, ha incorporato elementi elettronici, riflettendo un diverso approccio lirico dopo l’addio, alla band, da parte del batterista Bill Berry.
4) OASIS – The masterplan
“The Masterplan”, una canzone ottimista, ti parla di abbracciare il destino, di lavorare, insieme a lui, per poter trarre, il meglio, da quello che, la vita, ti offre anche se é imprevedibile. Un inno all’autenticità e alla ricerca del significato, riconoscibile per una melodia epica ed avvolgente, costruita attorno a chitarre acustiche, ad arrangiamenti orchestrali oltre a quel ritornello potente, facilmente memorabile, cantata da Noel Gallagher, che ti invita a cantare insieme aiutando a farti riflettere sul percorso di prendere nella propria vita. In sintesi, é un brano che parla di speranza, di accettazione, invitando a riflettere sul percorso da prendere nella tua vita. Un capolavoro nel panorama musicale che, grazie alla reunion dei fratelli Gallagher, la rende un elemento imprescindibile, un capolavoro degli Oasis.
5) THE VERVE – Bitter sweet symphony
“Bitter Sweet Symphony” desidera essere una riflessione sulla vita e sulle difficoltà che, questa, é capace di metterti di fronte cercando di mostrare il proprio potere se riesci a scendere, a patti, con i sentimenti che provi, per facilitarti rendendo, ogni viaggio, degno di nota, rispecchiando perfettamente quel conflitto interiore tra speranza e disillusione. Una delle canzoni maggiormente iconiche dei The Verve, riconoscibile per quel arrangiamento orchestrale capace di creare un senso di epicità, di grandezza, sostenuto da un ritmo ipnotico, da una voce, intensa ed emotivamente carica, di Richard Ashcroft, che contribuisce a rendere questa canzone potente pronta a catturare le tensioni della vita moderna. La combinazione, testo, melodia e arrangiamenti, capace di occupare un posto speciale nella storia della musica rock.
6) U2 – Ultra violet (Light my way)
“Ultra Violet (Light My Way)” é un accurato appello all’amore, alla comprensione, al sostegno della persona che si ama ricordando che, questo sentimento, é capace di offrire conforto, rassicurazione e guida per andare avanti. Una luce in grado di illuminare il cammino. Un inno alla capacità di un individuo di affrontare, superare, eventi traumatici o un periodo di difficoltà. Canzone, questa degli U2, capace di distinguersi per le atmosfere eteree, per la profondità, nel testo, che la rende una delle sonorità rock più affascinanti (e poetiche), presenti nell’album “Achtung Baby” pubblicato nel 1991, grazie alla base ipnotica chitarristica di The Edge, unita alla voce di Bono, capace di trasmettere una potente emozioni.