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News180
EXPOniamoci: la mostra itinerante del dipartimento di salute mentale
Written by FelixDal 23 al 30 maggio sarà allestita preso il Centro PsicoSociale di Merate e, a seguire, dall’8 al 15 giugno presso la Hall dell’Ospedale Mandic. Successivamente la mostra sarà trasferita, dal 13 al 17 luglio, negli spazi della Hall dell’Ospedale Manzoni a Lecco, e subito dopo, dal 18 al 26 luglio, approderà presso la Lega Navale Italiana di Mandello del Lario. Concluderà il suo tour presso la Sala Civica del Comune di Cernusco Lombardone, dal 4 all’11 ottobre.
Verrà inaugurata il prossimo 23 maggio presso il CPS (Centro psico sociale9 di Merate: da allora al prossimo 11 ottobre toccherà alcuni importanti luoghi del territorio lecchese. È “EXPOniamoci”, mostra itinerante dei lavori artistici realizzati dagli ospiti del Centro Diurno di Merate e della Comunità Riabilitativa ad Alta Assistenza (CRA) di Cernusco Lombardone, durante le attività del laboratorio “Atelier di Pittura”, coordinato, da diversi anni, da Maria Lupia e dal Maestro d’Arte Giuseppe Salomoni.
“Questa iniziativa – spiega Simonetta Martini, psichiatra, responsabile dell’Area Riabilitativa e delle Strutture Residenziali del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera di Lecco a cui afferiscono il Centro Diurno e la CRA – vuole contribuire, nel suo piccolo, alle manifestazioni legate all’evento mondiale dell’EXPO in sinergia con un percorso creativo sviluppato con alcuni utenti dei nostri servizi”.
“Nell’ambito delle attività riabilitative svolte nelle nostre strutture residenziali – continua la specialista – un ruolo importante è stato attribuito al percorso psico-educativo, rivolto ad utenti e familiari, sulle adeguate condotte alimentari: una corretta alimentazione in persone in trattamento farmacologico, infatti, evita l’aumento ponderale (legato molto spesso anche all’uso dei farmaci), facilita il mantenimento di un sano stile di vita e previene le possibili patologie somatiche correlate”.
“Vale la pena sottolineare – dichiara Martini – che lo scopo fondamentale di questa mostra itinerante è quello di promuovere il tema e l’universo della Salute Mentale, nonché l’offerta del dipartimento di salute mentale sul territorio”.
Le tappe e le location della mostra? Dal 23 al 30 maggio “EXPOniamoci” sarà allestita preso il Centro PsicoSociale di Merate e, a seguire, dall’8 al 15 giugno presso la Hall dell’Ospedale Mandic. Successivamente la mostra sarà trasferita, dal 13 al 17 luglio, negli spazi della Hall dell’Ospedale Manzoni , a Lecco, e subito dopo, dal 18 al 26 luglio, approderà presso la Lega Navale Italiana – Sezione di Mandello del Lario. “EXPOniamoci” concluderà il suo tour presso la Sala Civica del Comune di Cernusco Lombardone, dal 4 all’11 ottobre.
“Toccare più luoghi con questa particolare ed importante mostra – puntualizza Simonetta Martini – vuol dire per noi promuovere maggiormente la sensibilizzazione sociale, affermando che il nostro compito, in qualità di operatori sanitari, è quello del pieno reinserimento della persona in un contesto di vita non stigmatizzante o emarginante”.
Riabilitare la mente attraverso lo sport è possibile a Senigallia
Written by FelixIl servizio promuove attività in acqua nella piscina Saline per favorire l'equilibrio psico-fisico e sociale.
Con l’arrivo della bella stagione tutti quanti abbiamo bisogno di rimetterci in forma e dedicare un po’ del nostro tempo all’attività sportiva, sempre salutare e rigenerante.
In tal senso, il Servizio Sollievo torna ad impegnarsi nell’ambito dello sport, con “A tutto Sport”, progetto di attività acquatiche e calcistiche, grazie ad un’importante collaborazione con l’Associazione Sportiva UISP di Senigallia ed al prezioso contributo di una ditta di Piticchio di Arcevia, sensibile sostenitore d’iniziative a carattere sociale, al quale va un sincero ringraziamento da parte di tutto il Servizio Sollievo.
Sappiamo che lo sport ha un grande valore nel campo della riabilitazione e della salute mentale, in quanto permette alla persona di ricreare un proprio equilibrio psico fisico e sociale. In particolare, lo sport in acqua facilita ulteriormente l’acquisizione e il miglioramento di abilità motorie e natatorie ed offre una sensazione di rilassamento e leggerezza che può sostenere il miglioramento di determinati vissuti legati al sé, al senso di autoefficacia ed al rapporto con gli altri. Allenarsi alla sincronia dei movimenti evita di concentrarsi su pensieri ansiogeni.
Il progetto, avviato mercoledì 22 aprile scorso presso la Piscina delle Saline, prevede incontri settimanali della durata di un’ora, con istruttori specializzati.
Si vuol sottolineare che la titolarità del Servizio Sollievo è dell’Ambito Territoriale Sociale n.8, che insieme alla Provincia di Ancona e alla Regione Marche lo programmano e lo sostengono, finanziandole; nelle diverse sedi di tutti i Comuni dell’ATS 8 (Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli), è presente un’equipe composta da Psicologi ed Educatori che lavora in collaborazione con le Assistenti Sociali degli stessi Comuni, di cui ricordiamo il ruolo di ideatori, promotori e sostenitori del Servizio Sollievo e il Dipartimento di Salute Mentale – Area Vasta 2 Senigallia.
Il Servizio Sollievo è gestito dalle Cooperative Sociali H Muta e Casa della Gioventù e si occupa di attività a sostegno di persone con disagio mentale e loro famiglie attraverso colloqui, visite domiciliari, gruppi di auto mutuo aiuto e di attività ricreative e di svago con il coinvolgimento delle realtà locali esistenti.
In questa stessa sede si vuole sottolineare, inoltre, la continuità di un’altra attività sportiva, il calcio, con la squadra “Sollievo Senigallia”, che rappresenta da anni una delle iniziative di maggior successo del Servizio Sollievo e che, dallo scorso anno, si è arricchita della partecipazione attenta e sentita della stessa UISP, grazie al coinvolgimento del Presidente Massimo Tesei nell’organizzazione di tornei e progetti che ci rendono sempre protagonisti.
Tali iniziative consentono una partecipazione al sociale e un inserimento in realtà territoriali preesistenti che permette alle persone con disagio mentale di uscire da stigma e isolamento che spesso contraddistinguono tali problematiche.
Per ulteriori informazioni potete contattare il seguente numero telefonico:
Disturbi mentali: ne soffre un terzo della popolazione europea
Written byPiù di un terzo della popolazione europea (38% circa) è stato colpito da una qualche forma di disturbo mentale: 164 milioni di cittadini, con un impatto economico stimato in circa 798 miliardi di euro. Soltanto un europeo su tre, però, si cura affidandosi a uno specialista. Questi i dati presentati a Vienna in occasione del Congresso dell’Associazione Europea di Psichiatria (EPA).
"L'Opg non è come il colesterolo". Lo scrive Giovanni Rossi, fondatore di Rete 180, nel suo blog. Eccovi il link
Da oggi, 1° aprile, gli ospedali psichiatrici giudiziari non esistono più. Lo dice la legge. Ma è così per davvero? Non tutte le Regioni hanno lavorato per farsi trovare pronte all'appuntamento con la riforma. L'associazione Stop Opg, che da sempre si batte per la dismissione di queste strutture, ha realizzato una mappa della situazione italiana, ripresa anche da Quotidiano sanità.
MILANO - Rimangono le interviste di Giampaolo: tra le "vittime" del suo microfono irriverente anche Massimo Cirri e Victoria Cabello. Ci sono la gioia contagiosa di Paola e la soddisfazione di Lucia, che si augura altre cento, mille giornate cosi'. E poi c'e' un bel progetto che sta per decollare: un network che mettera' insieme tutte e 25 le radio della salute mentale. Ecco cosa ci siamo portati a casa dall'assemblea nazionale di Milano alla Fabbrica del vapore, colorata appendice dei Radio Days, il raduno delle radio italiane. Le voci dei redattori di Rete 180 si sono unite a quelle dei colleghi delle altre citta' in una straordinaria diretta della Terra e' blu su Radio Popolare, con Massimo Cirri, da sempre amico e testimonial della nostra emittente, nelle vesti di padrone di casa. Con lo psichiatra Peppe Dell'Acqua, considerato da molti l'erede di Franco Basaglia, abbiamo poi dato vita all'assemblea vera e propria, parlando della situazione attuale dei centri psico-sociali e degli altri servizi psichatrici sul territorio. Ma, soprattutto, ci siamo chiesti, tutti insieme, se a fare la radio ci sentiamo bene. "Da' un senso alla nostra vita", ha risposto Barbara. "E' una scusa per stare insieme e condividere i nostri pensieri. E poi e' un servizio che facciamo anche per i matti che ci ascoltano", ha aggiunto Simon. Insomma, si'. Fare la radio ci fa stare bene.
Mercoledì 25 marzo al cinema Mignon di mantova: IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO
Written byil 25 marzo scade il termine per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Mercoledì 25 marzo presso il cinema Mignon di Mantova in via Benzoni 22 verrà proiettato il film documentario sul viaggio di Marco Cavallo, il simbolo della lotta alla chiusura dei suddetti "luoghi indegni per un paese appena civile" (Napolitano). Alle 21.00: Il viaggio di Marco Cavallo. Ingresso libero. Info: 0376366233
MILANO - Il 14 marzo, alla Fabbrica del Vapore di Milano, si terrà l’Assemblea Generale delle Radio della Salute mentale. L'assemblea, alla quale partecipera' Rete 180, sara' ospitata all'interno di Radiocity, la riunione di tutte le radio italiane.
Ma non ci sara' soltanto l'assemblea generale: le radio saranno protagoniste di un paio di seminari "per imparare qualcosa gli uni dagli altri - spiega Massimo Cirri, organizzatore dell'evento - e per il piacere di incontrarsi". E, insieme, daranno voce a una puntata speciale de La Terra è Blu, in diretta su Radio Popolare.
Alla Fabbrica del Vapore ci sarà uno spazio per tutte le emittenti, che potranno mettere in mostra i loro materiali, registrarne altri, raccontarsi e, per chi lo vuole, andare in onda. "In mezzo a tutte le radio “normali” d’Italia, per insegnare qualcosa anche a loro".
Opg: il difficile cammino verso la chiusura delle “carceri della follia”
Written bySi è suicidato usando la sua maglietta come cappio. Aveva 50 anni ed era un detenuto internato all’Opg di Reggio Emilia. Il fatto, riportato dai media locali, è avvenuto all’inizio di quest’anno, e va ad aggiungersi al lungo e triste conteggio di morti e di tragedie avvenute in quei luoghi, definiti tempo fa dal presidente della Repubblica Napolitano un “autentico orrore indegno di un paese appena civile”. Nel 2011 la mobilitazione degli operatori, della società civile, ma anche della politica, ha portato infine alla legge (la n.9 del febbraio 2012) che ne ha decretato la chiusura: all’inizio si era stabilito di chiuderli entro il 1° aprile 2013, scadenza poi prorogata diverse volte, fino al 31 marzo 2015. Ovvero fra due mesi. Ma a che punto sono i lavori? Il nostro paese è davvero pronto a compiere questo passo e soprattutto a offrire un’alternativa efficace e rispettosa dei diritti di queste persone bisognose prima di tutto di aiuto e di cure? Voci insistenti su una possibile nuova proroga fanno supporre di no, anche se il ministro Andrea Orlando, presentando alla Camera la relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia, si è detto deciso a “evitare ulteriori ritardi ed arrivare entro il termine stabilito alla chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici giudiziari”. Anche gli operatori e le organizzazioni della società civile premono affinché la scadenza sia questa volta rispettata, nonostante durante il recente convegno annuale al Senato intitolato “Salute mentale, OPG e diritti umani”, siano emerse diverse criticità e questioni tuttora irrisolte: dalla differenza tra le regioni nella tabella di marcia sull’adeguamento dei servizi, alla carenza di personale dedicato, dai finanziamenti bloccati dalla burocrazia statale al problema più generale che riguarda tutta la sanità penitenziaria. Perché chiudere gli Opg non basta – lo si è già visto con i manicomi – e la prevista apertura delle Rems, le cosiddette Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, è vista dalle associazioni come una non-soluzione: il fatto che vengano chiamati “mini Opg” la dice lunga sul timore che queste nuove strutture possano costituire un ritorno, in miniatura, di quel male che si intendeva debellare. Ma finché il codice penale, nonostante i passi avanti portati dalla nuova legge 81 del 2014, continuerà a prevedere la possibilità dell’applicazione di misure di sicurezza detentive per le persone inferme di mente che hanno commesso reati, l’esistenza di una struttura con il compito di accoglierli resta implicita. Come evitare questo paradosso? Intanto, dicono le associazioni, ridimensionando il numero dei posti letto previsti per le Rems (900, ben più degli attuali detenuti in Opg) e dirottando i fondi verso un potenziamento dei Centri di salute mentale dislocati nei territori. Lo scopo: creare un’alternativa all’internamento fatta di “servizi forti e aperti 24 ore su 24, con personale competente e adeguato”, che possano accompagnare il paziente non solo nella cura ma anche nel reinserimento in società. “In questo modo – ha detto il presidente del comitato di StopOpg Sefano Cecconi al convegno in Senato – si sposta il baricentro dell’azione per chiudere gli Opg dalle strutture (le Rems) alle persone, dalla custodia ai progetti di cura e riabilitazione individuali, si sposta dai ‘luoghi chiusi e separati’ al territorio e all’inclusione sociale, possiamo dire: seguendo il vento della legge 180”. Cosa che, lo sanno bene anche loro, è più facile a dirsi che a farsi. La sopra citata legge 81/2014, infatti, ha sì apportato numerosi miglioramenti: come il rafforzamento delle misure alternative rispetto al ricovero in Opg, o l’eliminazione dei famigerati “ergastoli bianchi”, ovvero le proroghe a tempo indefinito delle misure di sicurezza per cui molti hanno finito per passare in Opg tutta la propria vita. Non solo: la legge, come spiega Giovanna Del Giudice del Forum Salute Mentale, “ha sancito che la pericolosità sociale non possa essere più riconosciuta a partire dalle condizioni economiche del soggetto o in relazione alla mancata presa in carico da parte dei servizi sanitari”. Che è quello che, in realtà, succede oggi: più che di pericolosi “matti criminali”, infatti, gli Opg sono spesso dei "contenitori" di persone povere, svantaggiate e abbandonate a se stesse. Una legge tanto buona (seppure incompleta) che però ancora non sta trovando applicazione, se è vero che, come dicono le associazioni, gli ingressi in Opg starebbero addirittura aumentando in quest’ultimo periodo, spesso con misure provvisorie e per i cosiddetti reati bagatellari. Segno che, in assenza di radicali modifiche al codice penale, è la cultura giudiziaria che deve cambiare, e probabilmente ci vorrà tempo. Tempo che invece le Regioni hanno avuto per mettersi in regola con il primo decreto di chiusura degli Opg e fare dei propri i Centri di Salute Mentale i perni di questa riforma. Peccato che, complici anche i fondi bloccati e ritardi burocratici, alcune di esse non hanno fatto grandi passi avanti, e molti centri e servizi continuano a soffrire di gravi carenze, a scapito dei malati e delle famiglie, come ha spiegato nel dettaglio la presidente dell’Unasam Gisella Trincas nel suo intervento al convegno. E intanto, negli Opg si continua a soffrire e morire: in quello di Aversa così come a Montelupo Fiorentino, a Napoli come a Reggio Emilia, a Barcellona Pozzo di Gotto (già sottoposto a sequestro) così come a Castiglione delle Stiviere. Alla data del 31 ottobre 2014 gli internati erano ancora 780 (comunque in diminuzione rispetto a 3 anni fa) di cui la metà in teoria dimissibili con i nuovi programmi di riabilitazione presentati dalle regioni. “E’ assolutamente dimostrabile che si può curare senza ledere i diritti umani e con la partecipazione attiva delle persone, anche quando sono in crisi – ha spiegato Gisella Trincas – Come dimostrano quei pochi Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura che lavorano da lungo tempo senza contenzione e con le porte aperte”. Dunque i modelli positivi ci sono, e indicano una possibile strada da seguire. Sempre, come dicono le associazioni in campo, “se ognuno farà davvero la sua parte”. E quindi, se per una volta non si ripeterà la solita consuetudine italiana fatta di lentezze burocratiche, scappatoie facili e, spesso e volentieri, ricerca del profitto. Eppure restano indelebili nella mente di chi le ha viste, le immagini di quel video sconvolgente girato dalla commissione d’inchiesta del Senato allora guidata da Ignazio Marino, che nel novembre del 2011 era stato mostrato a tutti gli italiani durante la trasmissione Presa Diretta su Rai3. Quella sporcizia, incuria, solitudine e dolore, la privazione dei diritti e della dignità di cui erano oggetto le persone presenti in quelle “carceri della follia”, avevano riempito di vergogna un’intera nazione e l’avevano spinta a un’immediata reazione. La chiusura di quei luoghi, erano d’accordo tutti anche allora, non poteva più aspettare.
Articolo di Anna Toro da www.unimondo.org