RETE180 - LA VOCE DI CHI SENTE LE VOCI Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

di Barbara Baroni

Al CPS il 24 febbraio si è tenuta la conferenza presentazione della Associazione “Il Chiaro del Bosco” con letture dai libri usciti dalla penna dei loro laboratori di scrittura aperti anche a familiari ed amici.

Chi vive in prima persona o attraverso le persone che gli stanno accanto lo stigma, chi lo affronta in un silenzio, chi sente sulla propria pelle e nel proprio cuore l’isolamento e l’abbandono, sperimenta il bisogno di condivisione.

Vivere la sofferenza psichica stanca. È resistenza alla paura, alla chiusura, alla disillusione.

Il ciclo di laboratori “Chiaroscuri familiari, storie dal crepuscolo all’aurora” propone l’utilizzo della scrittura in gruppo come mezzo per superare l’oscurità, il dolore e solitudine per ritrovare, nei primi chiaroscuri dell’alba, i colori di una vita nuova.

Quindi ogni azione quotidiana richiede coraggio: guardare la città in faccia senza abbassare gli occhi, nel sentire su di sé gli sguardi della gente. Occorre appropriarsi di parole nuove per gridare alla città, alle istituzioni, alla società intera che un nuovo punto di vista è possibil. Occorre sensibilizzare alla cura e alla cultura, quindi educarci insieme.

IL PROGETTO “CHIAROSCURI FAMILIARI”

Consapevolezza, determinazione, studio e risorse personali sono considerati attivi per i percorsi verso la guarigione descritti da molti autori (P. Deegan, P. Ridgway, S. Onken, J. Chamberlin) che sottolineano come spesso siano le relazioni non terapeutiche e gli strumenti non clinici ad attivarli. Proprio all’interno di questo filone di ricerca, il ruolo della scrittura, della narrazione anche autobiografica intesa come vero e proprio viaggio formativo, ha permesso a molti utenti di riprendere la parola. La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso. (Italo Calvino, Palomar). Il racconto di chi si confronta o ha attraversato varie forme di disagio, offre occasione di cura e di educazione, mettendo in luce la soggettività e la creatività.
“Come più volte sottolineato, la nostra associazione pone un accento particolare alle storie personali ed alla loro narrazione, vista come strumento utile a favorire percorsi per una consapevolezza che può essere una “bussola” nell’attraversare l’esperienza della malattia mentale. Il linguaggio, le storie e la possibilità di dare senso alla propria esperienza hanno un’enorme importanza nel processo di recovery. Un progetto che parte da lontano
Tutto avviene nell’ anno 2008 con il laboratorio di scrittura autobiografico a Leno: che ha prodotto il testo ”Il dono della scrittura” preceduto da n. 3 incontri pubblici “Incontrarsi, Raccontarsi, Riflessioni per un laboratorio di scrittura”, tra cui quello con Dr. Giuseppe Tibaldi coordinatore scientifico centro studi e ricerche in psichiatria ASL TORINO responsabile scientifico Concorso Letterario Nazionale “Storie di Guarigione”, in onore del defunto psichiatra Emanuele Lomonaco e dal seminario con Ron Coleman sui temi legati alla recovery. L’incontro con Dr. Tibaldi ha ispirato l’idea del concorso a livello provinciale “Rintracciare la speranza” indetto nel 2011 all’interno del progetto “Curare le parole per dare parola alla cura” che ha visto l’attivazione di laboratori di scrittura a Salò, Fatebenefratelli, Via Romiglia, Leno, Iseo. Il successo (serate presso biblioteche o associazioni culturali con presentazione del libro prodotto e letture sceniche di alcuni testi), ha indotto l’associazione a proporre nel 2013 una seconda edizione del concorso “Infiniti paesaggi di cura” accompagnata da proposte di laboratori di scrittura presso numerosi CPS della provincia di Brescia previste dal progetto “Narrare paesaggi di cura”. L’esperienza della malattia è unita al dialogo multidisciplinare delle arti. Nel 2020 il progetto Recovery.net: laboratori per una psichiatria di comunità ha consentito all’associazione di dare avvio al concorso “Il confine: fra muri, ponti e siepi” ampliando la conduzione dei laboratori e la partecipazione al concorso anche alla provincia di Mantova. La continuità della narrazione Oggi proponiamo il progetto Chiaroscuri Familiari, interamente autofinanziato, con il concorso “Chiaroscuri familiari: storie dal crepuscolo all’aurora” (aperto per la prima volta anche ai giovani dai 16 anni e con premio speciale per loro destinato alle provincie di Brescia e Mantova) ed un ciclo di laboratori di scrittura (Leno, Coccaglio, Co.Lab. Torre Cimabue a Brescia, presso la Biblioteca di Montichiari , la biblioteca di Concesio e presso Istituti superiori della città).

CHIAROSCURILAB LABORATORI CHIAROSCURI FAMILIARI

Il ciclo di laboratori “Chiaroscuri familiari, storie dal crepuscolo all’aurora” propone l’utilizzo della scrittura e della condivisione in gruppo come mezzo per attraversare il buio per ritrovare, nei primi chiaroscuri dell’alba, i colori di una vita nuova…

Il confine: tra muri, siepi e ponti (Libere edizioni)

Alla fine della conferenza presentazione dell’Associazione promotrice del concorso Il chiaro del bosco ONLUS siamo stati omaggiati di una copia di questo libro uscito grazie ai loro laboratori di scrittura e condivisione con familiari ed amici. Confini interni all’io ed esterni. Una copertina alla Kandinsky. Le siepi leopardiane aprono all’infinito. Il confine diventa mezzo di comunicazione della propria storia. La scrittura diviene forma di cura e permette di rielaborare il passato. I partecipanti si sono tutti ispirati da Joseph Roth. Maria Zambrano valorizza lo scritto contrapposto all’orale come forma di comunicazione liberatoria. E’ importante questo libro per le preziose storie narrate seguendo la corrente della Recovery. Ricordiamo dal primo racconto di Mariella Mentasti la citazione di Leslie Marmon Silko: “Vi dirò qualcosa sulle storie…Non sono un puro passatempo Non lasciatevi ingannare. E’ tutto quello che abbiamo, sapete, tutto quello che abbiamo per combattere la malattia e la morte. Non hai nulla, se non hai delle storie”. Perciò gli oggetti diventano simboli nel racconto tutto si personalizza e trova un orizzonte di senso, pieno di pensieri, emozioni, sogni. Il libro Confini… è uno strumento di cura ed elevazione spirituale attento alla sensibilità e dimostra quanti sentimenti e difficoltà attraversino le famiglie quando si ha a che fare con la salute mentale. Sarà questo cammino narrativo a portare alla scoperta del proprio Io e a far prendere coscienza della propria storia. Nel libro vi sono i racconti dei vincitori del concorso e altri fuori concorso.